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VENEZIA 2023 Orizzonti

Recensione: Una spiegazione per tutto

di 

- VENEZIA 2023: Gábor Reisz firma un'opera intelligente, appassionata e brillante sull'Ungheria contemporanea attraverso un racconto composito sulla gioventù, l'educazione, i media e la politica

Recensione: Una spiegazione per tutto
Gáspár Adonyi-Walsh in Una spiegazione per tutto

"La situazione ideale sarebbe che la politica rimanesse fuori dall'educazione, ma ovviamente questo è impossibile". Con Una spiegazione per tutto [+leggi anche:
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intervista: Gábor Reisz
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, presentato in Orizzonti alla Mostra di Venezia, il grande potenziale del regista ungherese Gábor Reisz, già percepibile nei suoi primi due lungometraggi (For Some Inexplicable Reason [+leggi anche:
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), ha indubbiamente raggiunto una nuova fase di maturazione. Pochi tra i giovani registi di oggi possono affermare di aver padroneggiato con tale accuratezza, precisione e sfumature una trama che si sviluppa nell'arco di otto giorni ed è raccontata da tre (o addirittura quattro) punti di vista, senza mai perdere la profondità di definizione dei personaggi o alterare la fluidità della progressione narrativa. Il risultato è un ritratto avvincente dell'Ungheria contemporanea, che evita le grossolane trappole del manicheismo e allo stesso tempo mette a nudo le divisioni che attraversano la società.

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"Perché indossi una spilla nazionalista?", "Se ho capito, è la spilla nazionalista la causa del suo fallimento?". Ci sono solo due giorni di distanza tra queste due domande. La prima viene posta martedì dopo l'esame dall'insegnante di storia Jakab (András Rusznák) ad Àbel (Gáspár Adonyi-Walsh), che ha appena fallito miseramente l'esame orale. La seconda domanda viene posta giovedì dall'ambiziosa giornalista Erika (Rebeka Hatházi) al preside della scuola. Lunedì ci sono stati presentati i protagonisti principali: Àbel, l'adolescente innamorato di Janka (Lilla Kizlinger) che ha una cotta (non corrisposta) per il suo insegnante Jakab, il quale sta cercando di realizzare (a scapito della sua vita familiare) un documentario sulla rivolta di Budapest del 1956, e i genitori di Àbel ossessionati dal suo successo scolastico, in particolare il padre, il patriottico György (István Znamenák). Al cocktail aggiungete un grammo di bugie, un pizzico piccante di bipolarizzazione politica ("Libertà,  questo è il tuo problema! - Qui bisogna sempre odiare qualcuno: gli immigrati, i gay, gli insegnanti, Orban e i suoi amici") e una buona dose di clamore mediatico, ed ecco che si prospetta una settimana molto intensa per György, Jakab e soprattutto Àbel, il giovane detonatore di una situazione esplosiva...

Dotato di un acuto senso di osservazione che alimenta la narrazione polifonica con piccoli dettagli e dialoghi perfettamente naturali, Gábor Reisz (autore dell'eccellente sceneggiatura insieme a Éva Schulze) orchestra un puzzle complesso con notevole semplicità, aprendo un vasto campo di riflessioni non solo sulla società ungherese contemporanea ma anche, più in generale, sull'educazione e sui giovani nel XXI secolo. È un film molto ben recitato e il regista ha l'intelligenza di presentare tutte le sue sfaccettature, suggerendo che, al di là delle (op)posizioni politiche, verità e bugie non sono così facili da distinguere. Perché tutto inizia dentro di noi, e perché un coro canti in sintonia, bisogna essere in sintonia con se stessi e con gli altri.

Prodotto da Proton Cinema in coproduzione con la slovacca MPhilms, Una spiegazione per tutto è venduto da Films Boutique. Il film uscirà in Italia l'1 maggio 2024 con Arthouse, la divisione di I Wonder dedicata alla riscoperta del cinema d’autore.

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(Tradotto dal francese)

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