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VENEZIA 2023 Orizzonti

Recensione: City of Wind

di 

- VENEZIA 2023: Lkhagvadulam Purev-Ochir colpisce con il suo primo lungometraggio, che indaga su ciò che accade all'anima dei giovani di Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia

Recensione: City of Wind
Tergel Bold-Erdene (a sinistra) in City of Wind

Crescere è un compito arduo da affrontare ovunque tu ti trovi. Tuttavia, riconoscere le circostanze specifiche legate al passaggio all'età adulta ci consente di andare oltre i luoghi comuni e di comprendere appieno l'importanza di quel momento così decisivo. In City of Wind [+leggi anche:
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scheda film
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, opera prima del regista mongolo Lkhagvadulam Purev-Ochir, gli enigmi affrontati dal protagonista Ze (Tergel Bold-Erdene) non sono diversi da quelli che ogni altro diciassettenne affronta, ma vengono resi intensamente tangibili, quasi come se le sorti delle nostre vite fossero sospese in un equilibrio instabile.

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Sarebbe un errore presumere, basandosi su questa descrizione, che il film in anteprima nella sezione Orizzonti alla Mostra di Venezia, sia in qualche modo sentimentale. Anzi, una delle ragioni per cui ci preoccupiamo così intensamente è la schietta rappresentazione della vita di Ze e delle sue contraddizioni da parte di Purev-Ochir, anche se all'inizio potrebbe non apparire così oggettiva. Il racconto ha inizio in una tenda, dove una figura maschile vestita con abiti tradizionali parla con voce gutturale a un anziano che cerca consigli da un certo "spirito". Man mano che la cinepresa scandaglia lentamente i volti di tutti i presenti, li scrutiamo cercando qualche segno di incredulità. Tuttavia, non ne troviamo alcuno e presto anche noi ci verremo coinvolti dal potere di questo rituale. Prima che il sentimento possa prendere completamente il sopravvento, però, la cerimonia giunge al termine e la maschera viene rimossa: sotto di essa non c'è un adulto, bensì un giovane ragazzo di nome Ze, che non sembra più mistico di chiunque altro presente in quel luogo.

La coesistenza di fatti concreti e il misticismo è la dinamica centrale del film, ma Purev-Ochir mantiene un controllo deciso ma delicato sulla pellicola, lasciando che siano i personaggi, piuttosto che sfarzi direttoriali, a guidarlo dove è necessario andare.

In effetti, il dibattito tra spiritualità e razionalità si intreccia con la questione del potere, e la trama segue il percorso di Ze nel gestire la propria volontà. All'inizio, egli è uno studente diligente e un figlio obbediente, che si impegna duramente sia a scuola che durante le cerimonie sciamaniche che coinvolgono l'intera famiglia. In queste occasioni, tutti agiscono come partner d'affari, eppure la madre invoca spesso gli spiriti per proteggere i suoi cari. Non possono essere facilmente considerati ipocriti.

Si tratta di un equilibrio precario che vacilla quando Ze incontra Maralaa (Nomin-Erdene Ariunbyamba), una ragazza che deve sottoporsi a un intervento chirurgico al cuore e che viene costretta dalla madre a partecipare a una cerimonia sciamanica. Quando la telecamera inquadra il suo volto, emergono dubbi - persino un'ombra di incredulità. Maralaa si confronta con Ze, il quale avrà sogni vividi su di lei la notte successiva, cosa che lo manderà in confusione.

Ze sarà pure uno sciamano, ma è anche un ragazzo comune, e Purev-Ochir eccelle nel ritrarre lo sbocciare del romanticismo tra lui e Maralaa senza sovraccaricare l'importanza del loro amore adolescenziale. La loro felicità trova radici nelle cose semplici, come trascorrere del tempo al centro commerciale o quando si tingono i capelli insieme. Attraverso la crisi di coscienza di Ze, Purev-Ochir affronta con serietà le sfide che circondano non solo la sua fede, ma anche quelle che coinvolgono tutti i giovani che stanno affrontando la transizione all'età adulta. Quale tipo di vita desideri condurre? Fondata su quali valori? Questo dilemma potrebbe risultare particolarmente intenso a Ulaanbaatar, raffigurata come una città implacabile in cui gli studenti vengono giudicati solo per il loro potenziale di diventare amministratori delegati. Tuttavia, pochi luoghi oggi trattano i propri giovani in maniera differente.

City of Wind è stato prodotto da Aurora Films (Francia), Uma Pedra no Sapato (Portogallo), Volya Films (Paesi Bassi), 27 Films Production (Germania), Guru Media (Mongolia), e VOO di Mobinet (Mongolia). Le sue vendite internazionali sono gestite da Best Friend Forever.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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