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CANNES 2024 Quinzaine des Cinéastes

Recensione: Algo viejo, algo nuevo, algo prestado

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- CANNES 2024: Hernán Rosselli presenta un racconto ipnotico sulla memoria, sui segreti di famiglia e su ciò che si nasconde tra le righe nella Buenos Aires contemporanea

Recensione: Algo viejo, algo nuevo, algo prestado
Maribel Felpeto in Algo viejo, algo nuevo, algo prestado

Quando la memoria dice una cosa ma i documenti ne dicono un'altra, chi ha veramente ragione – o, piuttosto, a chi si preferisce credere? Il regista argentino Hernán Rosselli interroga con delicatezza la politica del ricordo e della documentazione con la sua ipnotica storia  Algo viejo, algo nuevo, algo prestado, presentata in anteprima mondiale sulla Croisette alla Quinzaine des Cinéastes.

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Il regista tesse un racconto di autofiction inebriante combinando filmati d'archivio – video casalinghi della sua vicina d'infanzia, Maribel Felpeto – con una finzione sceneggiata, interpretata da Felpeto e la sua famiglia all'interno della storia di Rosselli. Maribel, allibratrice in una famiglia di allibratori che vive a Buenos Aires, deve affrontare controversie personali e professionali mentre svela i misteri sulla morte di suo padre scoperti attraverso resti d'archivio online e su nastro. La nostra protagonista assume anche il ruolo di narratore occasionale, trasformando il film in una sorta di storia personale alternativa dei suoi genitori.

Sebbene lento, il talento di Rosselli per la costruzione spaziale scolpisce il film attraverso la combinazione di elementi cinematografici (la fotografia è di Joaquin Neira e Hugo Felpeto) e audio, nonché i suoi metodi multimodali di catturare e raccontare la vita, l'esperienza e la memoria. Lo sceneggiatore-regista è anche conosciuto come montatore di diversi film che affrontano la precarietà di queste cose, tra cui A Farewell to Memory e What Will Summer Bring. Questo background traspare nel suo ultimo lungometraggio, in cui si muove abilmente e combina filmati catturati da telecamere di tutti i tipi: riprese convenzionali, sequenze di archivio analogiche e momenti catturati da telecamere di sorveglianza, scanner a raggi X aeroportuali e persino un fish-eye, obiettivo a 360 gradi. Una festa, una conversazione tra bookmaker, l'osservazione di un incontro con la polizia: il quadro della costruzione del mondo è solidificato dal suono di un team composto da Nahuel Palenque, Martin Gabriel Scaglia, Lautaro Zamaro e Javier Fernandez Jensen.

Scene lunghe e coinvolgenti tra i membri della famiglia e momenti intimi in cui la telecamera osserva semplicemente le interazioni quotidiane creano una sensazione di veridicità che contribuisce a creare un forte senso del luogo in cui la politica globale e quella di quartiere si scontrano. In Algo viejo, algo nuevo, algo prestado, Rosselli crea uno stretto rapporto tra i suoi personaggi e il luogo in cui vivono, assicurandosi che appartengano agli spazi in cui si trovano.

La colonna sonora minimalista del film è presente fin dall'inizio, dove l'iconico "Preludio in do maggiore" di Johann Sebastian Bach viene suonato su una tastiera elettrica. Il preludio che tutti hanno ascoltato ma a cui nessuno può dare un nome agisce come un ricordo che nessuno può collocare, e viene poi riprodotto in loop in diverse forme, con le sue sequenze apparentemente semplici che evocano ripetutamente uno stato onirico.

Algo viejo, algo nuevo, algo prestado è una produzione di 36 Caballos (Argentina), coprodotto da Protón Cine (Argentina), Un Resentimiento de Provincia Cine (Argentina), Zebra Cine (Argentina), Oublaum Films (Portogallo), Jaibo Films (Spagna) e Arde Cine (Argentina). Le vendite mondiali sono gestite da MPM Premium.

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(Tradotto dall'inglese)

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